Sanità

Altri medici di famiglia se ne vanno: 3.400 bolzanini costretti al cambio

All’Asl mancano un’ottantina di professionisti: Bolzano è sotto di una decina, a breve due dottoresse in pensione anticipata. Hofmann (Snami): «Potrebbero restare fino a 70 anni, ma sempre più colleghi optano per il prepensionamento o le dimissioni. Serve una svolta


Valeria Frangipane


BOLZANO. La crisi dei medici di famiglia è seria. In Alto Adige ne mancano un'ottantina. Posti tutti banditi da tempo, ma solo parzialmente assegnati. I problemi maggiori si registrano a Bolzano, dove mancano una decina di professionisti.

A fine dicembre 2023 si erano registrate tre rinunce: una dottoressa in pensione anticipata per «troppa burocrazia, carichi di lavoro eccessivi e l'impossibilità di fare le ferie, perché non si trovano sostituti» e due dottoresse poco più che trentenni dimissionarie ancora una volta per carico di lavoro eccessivo. E a brevissimo - sempre il capoluogo - conterà altri due pensionamenti anticipati. Si tratta di due dottoresse stimate, con ambulatorio in centro città e in via Druso. Decisione non facile la loro, in un caso spinta anche «dall'eccessiva burocrazia». A breve arriverà la comunicazione ufficiale dell'Asl. «Dobbiamo ancora avvisare e salutare i pazienti», in tutto circa 3.400, che saranno costretti al cambio.

Cambio non facile perché in città non si trovano professionisti ed i più richiesti non hanno un posto libero. Non resterà che controllare la lista online - che si aggiorna quasi quotidianamente - o armarsi di pazienza e mettersi in coda nella sede Asl di piazzetta Loew Cadonna.

Susanna Hofmann (Snami)«L'emorragia continua»

L'emorragia di professionisti continua. «Potrebbero restare fino a 70 anni, in alcuni casi anche fino a 72 ... ma lasciano prima». Susanna Hofmann - del sindacato Snami - dice che sempre più medici di famiglia scelgono il prepensionamento o le dimissioni volontarie. «Una giovane collega aveva chiesto di scendere a 1.300 pazienti, l'Asl ha detto no e l'ha persa. Una seconda con ambulatorio già aperto e convenzione in atto ha optato per una nuova specialità».

Ma perché accade? Troppa burocrazia, troppe ore di lavoro, troppi pazienti?

«Attenzione, non è tutta colpa della burocrazia, ma di troppe promesse mancate. La Provincia aveva promesso contributi importanti per permettere ai colleghi l'acquisto di apparecchiature diagnostiche - faccio l'esempio dell'ecografo - e non s'è visto ancora nulla. Aveva annunciato altri contributi per avere in studio una segretaria ma le parole sono rimaste sulla carta», risponde Susanna Hofmann. Poi è vero la burocrazia pesa.

«I pazienti premono e "costringono" il medico a prescrizioni indotte dagli specialisti ospedalieri, dai convenzionati e dai privati. Ed è sempre più difficile fare barriera», aggiunge, «Il momento è più che delicato, perché il ministro Schillaci punta a ridurre le liste d'attesa con un decreto - atteso a giorni - che va a misurare proprio la prescrizione di noi medici. Restiamo unico capro espiatorio».

Spettro Case di Comunità e Fascicolo elettronico

Hofmann parla anche dello spettro delle Case di Comunità «c'è il timore che i colleghi oberati di incombenze ne siano chiamati a far parte, con un ulteriore carico di lavoro ed ore in più».

Questione complessa - quella delle Case di Comunità, una sarà costruita entro il 2026 a fianco del San Maurizio - che trova d'accordo Domenico Bossio della Fimmg. La sindacalista Snami parla poi dell'informatizzazione che in Alto Adige non va. «Lavoriamo con un Fascicolo sanitario elettronico insufficiente. Molti medici preferiscono chiedere al paziente di farsi portare la documentazione su carta. Prendiamo le ricette di fascia C - faccio l'esempio della Tachipirina 1000, del Fluimucil 600 ecc. - che costringono ad una autenticazione a due fattori troppo complicata. Molti professionisti preferiscono farle a mano».

E sul Fascicolo elettronico interviene anche Bossio: «Proprio in questi giorni l'Asl ci ha annunciato un immediato cambiamento che noi tutti auspichiamo. Siamo in attesa della nuova versione, che ci permetterà di vedere tutti i dati clinici del paziente dal 2017 ad oggi. Si sono resi conto che la svolta serviva ed hanno ascoltato le nostre richieste e le nostre proteste. Bene cosi». I professionisti si augurano che il cambiamento sia reale.

Al momento il Fascicolo sanitario elettronico risulta complicatissimo da usare perché i dati non sono caricati in ordine. «Perdiamo un sacco di tempo a cercare di decifrarlo, spesso facciamo molto prima a chiedere ai pazienti di arrivare con le carte in mano». Il problema è che il Fascicolo offre un servizio insufficiente. I referti delle visite specialistiche e le lettere di ricovero e dimissione non vengono denominate e la ricerca è alla cieca. «I risultati di laboratorio non si integrano nei programmi ma devono essere scaricati, stampati ed infine inseriti manualmente. Noi medici non riceviamo nessuna segnalazione dell'arrivo di nuovi referti». Modalità che ostacolano i professionisti nel lavoro. «Ci è stato assicurato un cambiamento a breve - chiude Bossio - restiamo fiduciosi».













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