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Turisti, Bolzano presa d’assalto: in un anno il 9% di arrivi in più 

Più gli italiani (135 mila) dei tedeschi (110 mila). Pernottamenti aumentati del 7,66% Merito anche della rete AirBnb, ma mancano grandi alberghi. E se si continua così, i bolzanini non troveranno più casa



BOLZANO. È sempre più presa d’assalto Bolzano. Sarà perché, come dice Roland Buratti «è la prima città mediterranea per i tedeschi e la prima tedesca per gli italiani», ma i numeri che poi snocciola il presidente dell’Azienda di soggiorno parlano con il tono di un boom: più 9,12% di arrivi nel 2023 rispetto all’anno prima e più 7,66% nei pernottamenti. Con gli italiani che si piazzano sopra ai germanici per 135 mila arrivi e oltre contro 110 mila. Una progressione frenata solo negli anni Covid, ma che poi ha ripreso a galoppare sopravanzando gli ultimi pre pandemia.

E queste legioni di visitatori trovano una città con ancora criticità aperte - traffico, mancanza di grandi alberghi - ma con numeri positivi, come rivela il sindaco giunto ieri all’assemblea dell’Azienda: «Il tasso di disoccupazione è sceso dal 5,8 degli anni scorsi al 2,9 di oggi - elenca Renzo Caramaschi - e una buona mano l’ha data la sua rinnovata vocazione turistica».

Il merito, per gran parte, è della rete Air b&b. Ma per il futuro non basteranno, serviranno hotel.

Merano insegna. «Anche perchè - aggiunge Luis Walcher, assessore provinciale - se cresceranno ancora, sarà un problema per i residenti. I bolzanini non troveranno casa…»

Quello che resta è tuttavia una città che si ritrova in mano un tesoro, certo dovuto anche alla collocazione logistico-geografica ma che sembra poter sfruttare.

«Pensiamo che il primo hotel moderno nasce qui nel 1910» ricorda Michil Costa. L’albergatore-scrittore-ambientalista, invitato per offrire scenari meno matematici e più sociologici alla giornata, vede il capoluogo come possibile luogo di meeting-pot culturale ma anche etnico: «Non basta convivere tra noi, serve accogliere il mondo».

Ma per farlo occorre inventarsi nuovi ambiti. Le strutture, per dirne una.

E qui Costa affonda: «Il Museion? Non funziona. Dobbiamo parlarci chiaro: non serve più come è adesso, per dibattiti e confronti tra élite. Facciamone uno spazio altro, giovane e interconnesso».

E infine: a Bolzano serve una stella Michelin anche per il cibo. Insomma, mai fermi.

Tanto che l’Azienda, col suo vicepresidente Klaus Berger e la direttrice Roberta Agosti, non può che sorridere davanti ai risultati dell’anno scorso e quelli di questo ancora in ascesa: 388.941 arrivi e 873.305 pernottamenti.

Presenze massicce, oltre che di italiani e germanici, anche di austriaci, al terzo posto, e poi via via la sorpresa degli statunitensi (quasi 20 mila), e ancora svizzeri, olandesi e inglesi.

Guardando ai bilanci, l’Azienda di soggiorno di Bolzano è una delle poche a reggersi col 51 percento di entrate proprie e ad avere un interessante patrimonio immobiliare: Castel Mareccio, il parcheggio annesso - per il quale sta per essere rinnovata la gestione - il vigneto a castel Roncolo.

Ma, visto che non ci si accontenta mai, per il futuro il presidente Roland Buratti spera nell’aumento di un altro dato: la durata dei pernottamenti. Oggi assestata intorno ai due giorni, due giorni e mezzo di media. P.CA.













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