maia bassa

Merano, rogo all’ex albergo Alla Torre: si fa strada la pista del dolo 

Bruciati due materassi, uno al pianterreno e uno al primo piano. L’edificio all’arrivo dei vigili del fuoco  era vuoto. Il complesso, chiuso dall’autunno 2021, a gennaio era stato sgomberato da tredici occupanti abusivi



MERANO. Un rogo al pianterreno. Un altro, separato, al primo piano. Due diversi materassi, uno per livello, bruciati distintamente. Sono elementi che lasciano supporre un’azione dolosa all’origine dell’incendio scaturito l’altro ieri all’interno del complesso che ospitava, fino a pochi anni fa, l’hotel Alla Torre (Siegler im Thurm) a Maia Bassa. Chiuso dall’autunno 2021. Ma qualche inquilino ancora c’è, è evidente e non serviva l’episodio di mercoledì sera a documentarlo. Perché risale solo allo scorso gennaio lo sgombero dell’hotel occupato abusivamente. Le forze dell’ordine in quella circostanza avevano individuato e denunciato tredici stranieri che avevano anche trovato il modo di allacciarsi alla rete di energia elettrica. E alcune e-bike rubate sarebbero state rinvenute in tempi recenti proprio nelle pertinenze dell’immobile.

L’intervento.

L’albergo, un pezzo di storia della città, si affaccia in via Parrocchia all’angolo con via Adige. L’intervento dei vigili del fuoco si è concentrato nella parte posteriore del complesso, nel cortile interno. Erano le 18.30 quando sono intervenuti una quarantina di volontari. Con l’ausilio dei respiratori hanno affrontato il fumo denso che aveva invaso i locali e hanno presto avuto ragione delle fiamme. Nel frattempo verificavano la presenza di persone all’interno dell’edificio, risultato vuoto. Oltre ai materassi sono bruciati alcuni indumenti.

Sul posto, assieme a un mezzo della Croce bianca, si sono portati i carabinieri che si sono occupati degli accertamenti e i vigili del fuoco del corpo permanente di Bolzano per i rilievi tecnici che serviranno alle indagini. Nessuna pista è esclusa, tanto meno a questo punto quella del dolo.

Futuro residenziale.

La proprietà si era cautelata da irruzioni barricando i diversi varchi, porte, finestre, pozzetti. Non è bastato. Titolare dell’edificio è una società immobiliare altoatesina che intende convertire la notevole cubatura a scopi residenziali. L’iter burocratico e amministrativo è in corso, fra glie elementi sul tavolo c’è anche il pregio architettonico del complesso e la relativa tutela. SIM













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